Sopra la collina, a poche centinaia di metri da questo punto, domina la visuale il Monastero della Castagnavizza, luogo di sepoltura degli ultimi re Borboni di Francia. La chiesa ed il monastero furono danneggiati nel corso della prima guerra mondiale (1917) e durante i lavori di restauro del monastero i sarcofaghi della famiglia reale vennero trasferiti in Austria per volere dell'imperatrice Zita.
Nel marzo del 1927 il monastero ottenne il permesso per riportarli a Gorizia. Dopo varie complicazioni i sarcofaghi lasciarono Vienna a bordo di un treno nel 1932. Nell’ottobre del 1942 i fascisti requisirono la parte orientale del convento e la adibirono a prigione femminile per detenute politiche, una succursale delle carceri giudiziarie italiane dipendenti dalla Prefettura di Gorizia.
La Castagnavizza ospitò, in questa veste, circa 150 persone tra donne, anziane e bambine che dormivano in letti a castello e su materassi di paglia in ambienti non riscaldati. Il carcere fu aperto e le prigioniere liberate solo dopo l’8 settembre 1943, a seguito della firma dell’armistizio e grazie alle proteste della popolazione.
Sui tre ettari di terreno del versante meridionale di Castagnevizza, nelle vicinanze di Nova Gorica, si estende il parco del Rafut, uno tra i più grandi parchi esotici della fine del XIX secolo conservatisi nella zona. Nel parco, che è stato dichiarato monumento naturale, crescono più di 400 piante, tra alberi ed arbusti, appartenenti a 114 specie diverse.
In cima al parco si trova una villa, progettata a cavallo del secolo per uso personale dal goriziano Anton Lasciac, architetto di corte del re d'Egitto ed uno dei maggiori rappresentanti del neo-islamismo. La villa è costruita in stile orientale ed è dotata di un simbolico minareto, di un imponente ingresso e di altri elementi di architettura araba.
La villa fu danneggiata durante la prima guerra mondiale; tra le due guerre il proprietario la vendette alla compagnia assicurativa INA. Dopo la seconda guerra mondiale l'edificio ospitò la sede dell'Istituto per la tutela sanitaria. Oggi la villa, raro ed eccezionale esempio di architettura neo-orientale presente nell'area, rischia di cadere in rovina.